Decine di visitatori giapponesi, affascinati dal centro storico abbandonato, si sono affrettati a prenotare la loro visita tra le strette vie del borgo lucano. Un successo tutt'altro che inaspettato, dato che da anni l'amministrazione comunale ha moltiplicato gli sforzi per rendere più attraente Craco ed inserirlo in un circuito turistico che non ha confini, forte pure del successo della non lontana Matera.

Da pochi giorni sono disponibili le visite guidate del percorso in lingua giapponese madrelingua, integrate con materiale informativo e storico interamente tradotto nella lingua del Sol Levante. Sul web  (www.cracomuseum.eu) sarà aperta una sezione dedicata alle prenotazioni ed al supporto logistico per i visitatori. Si tratta, come afferma il sindaco di Craco, Pino Lacicerchia, della prima fase di un progetto più ampio che mira a creare un ponte tra il comune materano ed il Giappone. “Nel 2017 – aggiunge Lacicerchia - saranno realizzate attività utili allo scambio interculturale e a creare partnership tra le noi ed il Paese asiatico”.
Takara Hashimoto, originaria di Tokyo, ora vive in Basilicata e sta collaborando al progetto Craco-Giapone. Hashimoto esprime tutta la sua soddisfazione. “Quando ho visto Craco per la prima volta - commenta -, sono rimasta affascinata dalla sua unicità. In seguito ho scoperto che dietro la decadenza di un paese abbandonato c’è una fervente attività di studi, ricerche, ma anche di arte, cultura e cinema. Sono sicura che ai giapponesi piacerà tutto questo". Più che un “paese fantasma” Craco si conferma un borgo vivo e ben valorizzato. Soprattutto grazie all’impegno di chi (guide, amministratori e cittadini) crede nel turismo sostenibile.